Il 3 Marzo 2015 il Governo italiano ha approvato la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, che ha l’obiettivo di contribuire a ridurre il gap infrastrutturale e di mercato esistente, attraverso la creazione di condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, e rappresenta il quadro nazionale di riferimento per le iniziative pubbliche a sostegno dello sviluppo delle reti a banda ultra larga in Italia, al fine di soddisfare gli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale Europea entro il 2020. La prima fase dell’attuazione della Strategia riguarda le aree a fallimento di mercato (aree bianche) presenti sull’intero territorio nazionale (notifica di Aiuto di Stato SA.41647 2016/N) per il Piano Aree Bianche, approvata dalla Commissione Europea con decisione C (2016) 3931 finale del 30 giugno 2016). In particolare, il Governo italiano ha scelto di sostenere, tramite fondi nazionali (FSC) e fondi comunitari (FESR e FEASR, assegnati dalle regioni al Ministero dello Sviluppo Economico in base ad un accordo quadro Stato-Regioni) un modello ad “intervento diretto”, autorizzato dalla Commissione europea ai sensi della disciplina sugli aiuti di Stato.
Il coordinamento tra Ministero dello Sviluppo Economico e amministrazioni locali è assicurato tramite un accordo quadro siglato in data 11 febbraio 2016 tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e le Regioni. Il modello di intervento diretto per l’attuazione del Piano di investimenti riguarda le aree a fallimento di mercato (Cluster C e D).
Un importante apporto per l'avanzamento della posa è dato dal PNRR che destina il 27% delle risorse alla transizione digitale, di cui 6,7 miliardi di euro la banda ultralarga; risorse che saranno utilizzate per le aree a fallimento grigie e nere – dove si concentra la maggior parte del tessuto imprenditoriale e industriale italiano – ma anche per il completamento del Piano Bul per le aree bianche a fallimento di mercato, piano ancora in corso d’opera a causa dei ritardi accumulati nel corso degli anni.
Comitato per la Diffusione della Banda Ultra Larga (COBUL) - composto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dello Sviluppo Economico, Infratel Italia S.p.A e AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) -, Regioni, Open Fiber S.p.A
Infratel Italia S.p.A (società in-house del MISE), con Delibera del Consiglio di Amministrazione del 26 luglio 2017, ha approvato la proposta di aggiudicazione disposta dalla Commissione che, per il Lotto 1 Piemonte- Valle d’Aosta- Liguria, prevede un importo dell’investimento aggiudicato pari a oltre 187 milioni di euro per le tre Regioni. L’Operatore economico aggiudicatario è Open Fiber S.pA (ente creato da ENEL e Cassa Depositi e Prestiti) e il contratto tra Infratel Italia S.p.A e Open Fiber S.pA. è stato firmato l'8 novembre 2017.
A luglio 2019 lo stato di avanzamento dei lavori in Piemonte varia considerevolmente da provincia a provincia: si inizia dal 93% di Vercelli e dal 70% del VCO per passare al 50% di Biella e al 47% di Alessandria e scendere verso il 18% di Torino, il 16% di Cuneo, il 14% di Novara e l’11% di Asti.
A febbraio 2020 viene costituito un team misto tra Regione e Open Fiber S.pA. per accelerare la posa della BUL e monitorare l’avanzamento dei lavori.
Nel 2022 sono stati completati i lavori in 1000 Comuni piemontesi.
A dicembre 2023 i comuni complessivamente coperti dalla BUL sono 2.300.
Per consultare i dati sullo stato avanzamento lavori per regione e comuni: http://bandaultralarga.italia.it/
Per visualizzare l’aggiornamento dei progetti esecutivi sul territorio piemontese: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/sviluppo-territoriale/piano-ufficiale-interventi-infrastrutturazione-sul-territorio-anno-2019-2020
A febbraio 2022 è stato pubblicato il nuovo report sullo stato dei cantieri per la realizzazione della banda ultra larga in Piemonte: sono 249 i Comuni con i lavori completati e il collaudo già certificato e qui gli operatori sono in condizione di aprire il servizio. Sono invece oltre 150 i cantieri chiusi in attesa di collaudo, mentre 606 i Comuni con progetto esecutivo approvato.
I fondi pubblici disponibili per il Piemonte ammontano a 284 milioni di euro così ripartiti:
La provenienza dei fondi risulta la seguente:
Fondi nazionali
Fondi regionali
Fondi privati disponibili da Operatori TLC