
ll Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) della Città di Torino prevede la realizzazione della prima linea di metropolitana della città sul percorso Rivoli – Cascine Vica - Collegno - Torino Porta Nuova - Torino Lingotto. La Linea 1 della Metropolitana di Torino utilizza il sistema VAL: un sistema totalmente automatico, già largamente sperimentato all’estero, che permette velocità media di circa 30 km/h e massima di 80 km/h. La frequenza massima di passaggio dei treni che si può raggiungere è di un treno ogni 70 secondi. Nelle ore di punta ci sarà una frequenza di passaggi di un treno ogni 2 minuti. Tale frequenza permette di trasportare fino a 15000 passeggeri/ora per senso di marcia.
La realizzazione del progetto è divisa in tratte. Di seguito quelle già realizzate e in funzione:
1. Tratta Collegno – Porta Nuova: 9600 metri e 15 stazioni sotto corso Francia, corso Bolzano e corso Vittorio Emanuele II. Sottopassa il Passante Ferroviario attualmente in costruzione e interscambia con la rete FS a Porta Susa e Porta Nuova.
1.1. Tratta Collegno – XVIII Dicembre
1.2. Tratta XVIII Dicembre - Porta Nuova
2. Tratta Porta Nuova – Lingotto: 3600 metri e 6 stazioni sotto corso Vittorio Emanuele II, via Nizza.
2.1. Tratta Porta Nuova – Marconi (largo Marconi escluso)
2.2. Tratta Marconi – Lingotto
Ultimati i lavori di finitura e impianti delle stazioni si è svolto il periodo di collaudo dell’opera con una fase di pre-esercizio.
I lavori sono stati conclusi a fine 2010 e il 6 marzo 2011 è stata messa in funzione.
Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Regione Piemonte, Comune di Torino, Infratrasporti.To S.r.l (Infra.To); Gruppo Torinese Trasporti (GTT).
I progetti di prolungamento
Ad oggi si registrano ritardi nei lavori di completamento della linea 1 che prevedono un prolungamento verso sud ed uno verso ovest nel territorio comunale di Collegno:
1. Tratta Lingotto-Bengasi verso sud: i lavori iniziati nel giugno 2012 sarebbero dovuti durare tre anni. Ne sono trascorsi otto e ad oggi sono previsti altri due mesi di ritardo. Ad intralciare l’avanzamento dei lavori nei cantieri l’emergenza Coronavirus che ha allungato ulteriormente i tempi ed ora il termine lavori è stato fissato a febbraio 2021 con la messa in esercizio nell’estate 2021. Entro giugno 2020 saranno rimossi i cantieri che occupano via Nizza e sarà ripristinata la viabilità.
Dovrebbero inoltre arrivare i fondi per realizzare il parcheggio di interscambio in piazza Bengasi ed entro il 2020 si dovrebbe completare il prolungamento della ciclabile da C.so Bramante a Lingotto Fiere.
Due saranno le nuove stazioni: “Italia 61”, vicino alla nuova sede della Regione Piemonte, e la stazione “Bengasi”, nei pressi dell’omonima piazza. La Città di Torino, con questo nuovo tratto, intende garantire una frequenza dei treni ogni 69 secondi ore di punta. Devono partire gli interventi di natura tecnologica (impianti di illuminazione, aerazione, binari, ecc.), poi le opere passeranno a GTT per la fase di pre-esercizio della durata di 1/2 mesi.
2. Tratta Collegno- Cascine Vica verso ovest: i lavori sono partiti ufficialmente il 5 dicembre 2019 e si stima che dureranno all’incirca 4 anni. Collegno potrà contare su quattro nuove fermate (Certosa, Collegno Centro, Leumann e Cascine Vica) di cui una nel comune di Rivoli e il progetto prevede la realizzazione di un tunnel, della lunghezza di poco più di 1700 metri. L’obiettivo è arrivare al termine dei lavori per dicembre 2023, ma per la messa in esercizio occorrerà attendere febbraio/ marzo 2024.
È stato, inoltre, ipotizzato un ulteriore prolungamento vero Rosta, con l’attraversamento del comune di Rivoli, ma non ci sono studi al riguardo.
Per la tratta Lingotto – Bengasi il costo previsto è di 193,5 milioni €, mentre Per la tratta Collegno – Cascine Vica il costo stimato ammonta a 304,3 mln €
Per la tratta Lingotto – Bengasi i fondi sono così suddivisi: il MIT contribuirà con 111,1 mln, la Regione Piemonte con 35 mln, il Comune di Torino con 40 mln e Gtt con 7,4 mln.
Per la tratta Collegno – Cascine Vica i costi sono interamente coperti da finanziamento statale (Decreto “Sblocca Italia”).